Il problema della plastica negli oceani: detriti e microplastiche nei mari
Il problema dell’inquinamento da plastica negli oceani è stato al centro dell’attenzione negli ultimi anni e gran parte dell’attenzione è stata rivolta ai detriti di plastica nei mari che sono facilmente visibili e identificabili come plastica, per esempio le bottiglie di plastica e i sacchetti della spesa. Si stima che esistano 5,25 trilioni di pezzi di questi detriti, dal peso di 269.000 tonnellate, sparsi tra gli oceani.
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“I rifiuti plastici sono il più problema ambientale più grande che dobbiamo affrontare come azienda, ma non possiamo farlo da soli”, ha detto Johnson. “Le aziende, il governo e la società civile devono agire insieme e risolvere il problema”.
Meno attenzione è stata posta sul problema analogamente dilagante delle microplastiche: piccoli pezzi di plastica tra un nanometro e cinque millimetri di lunghezza.
2 Questi pezzi possono presentarsi con una serie di forme, tra cui fibre, frammenti, sfere, fogli e polystyrene. Le microplastiche, se spesso sono invisibili, sono un importante fattore determinante dell’inquinamento che perturba gli ecosistemi naturali e rappresenta un rischio globale.
“La plastica è ovunque. Troviamo le microplastiche in ciascun campione di acqua marina che raccogliamo”, ha detto il Dr. Ross. “Molti dei rifiuti plastici che passano attraverso i sistemi di trattamento delle acque reflue sono fibre in plastica che provengono dagli indumenti. Questo indica che i flussi dei lavaggi casalinghi e delle acque reflue domestiche sono un importante canale di trasporto delle microplastiche negli oceani.”
Secondo Ocean Wise, i sistemi di trattamento delle acque reflue possono eliminare circa il 95-97% dei rifiuti solidi, ma il restante 3-5% resta nell’acqua trattata e va a finire negli oceani.
Le microplastiche e il loro effetto sulla catena alimentare
Le microplastiche rappresentano una preoccupazione crescente tra gli scienziati che stanno iniziando ora a comprendere la loro presenza abbondante nei nostri oceani e a tutti i livelli della catena alimentare marina
3. Infatti uno studio di Ocean Wise ha riscontrato le particelle in almeno due principali specie di zooplancton nell’Oceano Pacifico nordorientale
4 e le ultime ricerche hanno trovato un’ampia contaminazione di microplastiche nella Baia di Monterey. Queste specie sono alla base della catena alimentare, e indicano la possibile contaminazione tra i più grossi predatori.
“Le microplastiche sono una minaccia per il problema dell’inquinamento da plastica e la ricerca del Dr. Ross mostra appunto quanto il problema sia diffuso”, continua Johnson.
Tramite Ocean Wise, il Dr. Ross sovrintende 10 programmi di ricerca, tra cui l’Ocean Pollution Research Program, che esamina la presenza di microplastiche e microfibre nell’ambiente marino.
Arginare l’inquinamento da plastica
SC Johnson ha già adottato misure per limitare l’uso della plastica e quindi per dare il suo contributo al problema. Oltre a impegnarsi per realizzare prodotti al 100% riciclabili, riutilizzabili o compostabili entro il 2025, SC Johnson ha annunciato l’autunno scorso una collaborazione strategica con Plastic Bank, una delle organizzazioni leader che lavora per ridurre il problema globale della plastica negli oceani, finalizzata ad aprire nove centri di raccolta della plastica in comunità povere in tutta l’Indonesia, con piani di espansione.
All’inizio di quest’anno, SC Johnson ha inaugurato un nuovo flacone al 100% in plastica riciclata
per la sua variante Windex ® Vinegar, una novità per un importante prodotto per la pulizia per la casa. Disponibili negli Stati Uniti presso rivenditori come Target e Walmart, i flaconi sono realizzati dai rifiuti plastici raccolti entro 50 km dalla costa di un oceano o corso d’acqua in Paesi privi di formali infrastrutture per la raccolta basata sui rifiuti. Questi flaconi aiutano SC Johnson e i consumatori a rafforzare i programmi globali di riciclo e a ridurre il riversamento di detriti potenzialmente dannosi nell’oceano.
Ma la lotta all’inquinamento da plastica non può essere risolta da una singola azienda. Per questo motivo Johnson ha firmato l’
Impegno globale per una nuova economia per le materie plastiche durante la nostra Ocean Conference lo scorso anno a Bali, Indonesia, insieme a Dame Ellen MacArthur e una coalizione globale di aziende e governi. L’iniziativa rappresenta un valore condiviso tra i leader mondiali per costruire e promuovere un’economia circolare per la plastica, creando un mercato adatto in ogni fase del suo ciclo di vita. Per mettere in pratica questi valori, a gennaio SC Johnson e la Ellen MacArthur Foundation hanno annunciato una collaborazione globale che include ora 17 ulteriori organizzazioni, tra cui Intesa Sanpaolo, Danone, Google, H&M, Phillips, Renault, Solvay, Unilever e altre, per realizzare iniziative di economia circolare leader nel mercato su larga scala.