Un disegno del padiglione di SC Johnson del 1964, dove fu presentato in anteprima il documentario vincitore del premio Oscar “To Be Alive!”

La decisione coraggiosa di H.F. Johnson Jr. ha trasformato il padiglione della Fiera mondiale in una testimonianza di ottimismo e progresso

Alla Fiera mondiale del 1964, il Golden Rondelle Theater e la pellicola To Be Alive! di SC Johnson hanno ispirato milioni di persone. 
In un periodo caratterizzato da disordini politici e sociali, H.F. Johnson Jr. ebbe un’idea che volle condividere con il mondo intero.
Nel corso della sua carriera, il leader di terza generazione dell’azienda, H.F. Johnson Jr., ha utilizzato modi creativi per raggiungere i consumatori e costruire la reputazione dell’azienda. Cosa ancora più importante, li perseguì con un’audacia fuori dal comune.
 
Non sorprende quindi che sia stato H.F. a lanciare la pubblicità radiofonica che ha reso la nostra azienda un nome familiare negli anni ’30 e ’40. O che sia stato H.F. a instaurare un rapporto duraturo con Frank Lloyd Wright che ha dato vita ai tesori architettonici presenti nella tenuta dei nostri quartieri generali.
 
Fu sempre H.F. a far affacciare l’azienda al mondo dell'arte, da ART:USA, alla Johnson Collection of Contemporary American Painting, alla pellicola To Be Alive! , che si aggiudicò il premio Oscar
Mio padre era un tipo creativo… A volte aveva delle ottime idee. E, cosa forse ancora più importante, sapeva riconoscere le ottime idee.
Sam Johnson parla di suo padre, H.F. Johnson Jr., leader di terza generazione
Quando l’azienda iniziò a stilare i suoi piani per la Fiera mondiale del 1964, ci si sarebbe potuti aspettare un padiglione tradizionale in uno spazio industriale. Era ciò che facevano le aziende in quel periodo. Usavano la fiera per mostrare i loro prodotti.
 
Ma H.F. ebbe un’idea diversa. Voleva costruire un padiglione unico nel suo genere in cui presentare un film assolutamente unico che avrebbe donato qualcosa in più al mondo. 
 
Suo figlio, Sam Johnson, racconta: “Mio padre era un tipo creativo. Aveva studiato chimica, ma era un uomo pieno di risorse; aveva sensibilità culturali e artistiche. A volte proponeva ottime idee. E, cosa forse ancora più importante, sapeva riconoscere le ottime idee. Inoltre, stimolava la creatività degli altri.”
 
La Fiera mondiale non fu un’eccezione.
Modello del padiglione di Johnson Wax alla Fiera mondiale del 1964
H.F. affidò alla Lippincott & Margulies, l’azienda che aveva creato il simbolo del “doppio diamante” dell’azienda, l’incarico di progettare il padiglione di Johnson Wax alla Fiera mondiale del 1964.
Naturalmente, il padiglione di SC Johnson alla fiera mondiale presentava l’azienda e i suoi prodotti. Le esibizioni includevano infine una “Vetrina internazionale di favolosi pavimenti” con pavimenti e prodotti Johnson da tutto il mondo e una presentazione su come l’azienda si stava affacciando a nuovi settori e innovazioni. 

Una serie di macchine automatiche per lucidare le scarpe invitava i visitatori a farsi lucidare le scarpe gratuitamente. Le telescriventi gestite da computer rispondevano anche ai più complessi problemi legati alla cura della casa, con soluzioni e suggerimenti sui prodotti.

Ma, per quanto eccezionale, non fu questo che rese il padiglione di SC Johnson unico nel suo genere. Bensì fu il padiglione stesso, il nostro “Golden Rondelle”, e il magnifico film presentato al suo interno che fecero parlare di SC Johnson durante la fiera.
INIZIO : Il personale del padiglione di SC Johnson proveniva da tutto il mondo e parlava diverse lingue per accogliere i visitatori stranieri. 
SOTTO : La forma unica del padiglione di SC Johnson era un altro simbolo architettonico innovativo per l’azienda. 
Il padiglione di SC Johnson alla Fiera mondiale del 1964 presenta i prodotti Johnson Wax provenienti da tutto il mondo
Pensate a com’era il mondo nei primi anni ’60. I disordini politici e sociali erano dilaganti. Si temeva lo scoppio di una guerra nucleare. Il presidente degli Stati Uniti era stato assassinato. In Germania veniva eretto il muro di Berlino. La situazione in Vietnam stava peggiorando. E la battaglia per i diritti civili si espandeva a macchia d’olio in tutta l’America. 

In questo contesto di pessimismo e paura, H.F. voleva presentare un film con il quale condividere  una visione di pace, comprensione e gioia per la vita. 

Era un’idea abbastanza anticonvenzionale che il gruppo dirigente non comprese appieno. Sam racconta così l’evolversi di questa storia: “Mio padre voleva il miglior regista di documentari del momento, proprio come aveva voluto il miglior architetto e trovò Frank Lloyd Wright. Scoprì che il regista che cercava era Francis Thompson.”

“Tutti noi non avevamo la minima idea di cosa si fossero detti. Eravamo già sconvolti dall’idea di dover spendere 5 milioni di dollari per la fiera. Tutto quello che sapevamo del film era che sarebbe stato ottimista e che riguardava la vita negli Stati Uniti e all’estero”.

Ma la leggenda narra che quando il gruppo dirigente mise in discussione la decisione, H.F. semplicemente li guardò e disse: “Signori, alcune decisioni spettano solo agli uomini coraggiosi”. E uscì dalla stanza. 
Passarono quasi due anni prima che la bozza del film venisse mostrata al gruppo dirigente. La narrazione e la musica non erano ancora state completate. Il film utilizzava un formato insolito, con tre schermi separati che mostravano filmati simultanei della vita in tutto il mondo. Ma, racconta Sam, “Non si riusciva davvero a cogliere il messaggio del film”. 

Il gruppo dirigente era scoraggiato, ed esitava persino a pianificare un grande evento per l’inaugurazione. Ma H.F. credeva ostinatamente che il film avrebbe avuto successo. 

E fu proprio così. Sam racconta: “Quando i media si riunirono al Rondelle per la presentazione iniziale di To Be Alive!, si trattava di un’anteprima per tutti noi. Il film riscosse un successo clamoroso. Forse è stato il miglior film del suo genere mai prodotto”.

E attirò ancora di più l’attenzione su questa “piccola” azienda del Midwest americano che aveva offerto una visione così straordinaria del mondo.
… un film geniale e davvero ben realizzato. Mostra il mondo attraverso gli occhi dei bambini, non offuscati da pregiudizi o arroganza.
Il commento dell’ex-presidente degli Stati Uniti, Dwight Eisenhower, in merito a To Be Alive!
Quando il cortometraggio To Be Alive!, della durata di 18 minuti, fu presentato in anteprima alla Fiera mondiale, i critici e pubblico lo ricoprirono di elogi. L’ex presidente degli Stati Uniti, Dwight Eisenhower, lo definì “un film geniale e davvero ben realizzato. Mostra il mondo attraverso gli occhi dei bambini, non offuscati da pregiudizi o arroganza”.
 
Unendo in maniera insolita autenticità, progresso sociale e ottimismo, il film rese il nostro padiglione uno dei più popolari della fiera. Successivamente, nel 1966, vinse l’Oscar per i documentari (cortometraggio). Viene mostrato ancora oggi, in occasione dei tour svolti all’interno del nostro quartier generale.
 
Al pari della partnership con Frank Lloyd Wright, la spedizione Carnaúba in Brasile e moltissimi altri prodotti premiati che hanno aiutato la crescita aziendale, To Be Alive! fu un altro esempio di scelte coraggiose da parte di H.F. 
 
Era creativo, unico, avventuroso e stimolante, proprio come l’uomo che lo aveva sostenuto. Alcune decisioni spettano solo agli uomini coraggiosi e SC Johnson è migliorata molto grazie al coraggio di H.F.
 

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